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Eolo
stelle lontane
FARE TEATRO A SCUOLA SECONDO NOI
IL RESOCONTO DELLE 3 GIORNATE DI UDINE

Ci sono iniziative altamente benemerite, spesso nascoste nei meandri delle grandi città, che ancora credono nel proficuo rapporto, senza retropensiri alcuni se non lo scambio di esperienze, tra teatro e scuola, una di queste è senza dubbio “Fare teatro a scuola secondo noi” organizzata a Udine  dal Teatroscuola dell'Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, che quest'anno si è tenuta dal 29 al 31 ottobre nei capaci spazi del Teatro Nuovo Giovanni da Udine avendo come tema specifico “l'arte nelle mani”

I percorsi proposti nelle tre giornate sono stati incentrati come sempre sull’incontro fra artisti in qualche modo anche anomali nei rispettivi campi di interesse e operatori e insegnanti. FTSSN ha fatto di questo un punto di forza, uno spazio/tempo dove è possibile finalmente l’incontro e la riflessione, dove è condizione necessaria e imprescindibile la presenza. Le proposte prevedono percorsi che ciascun operatore ed insegnante può sviluppare soprattutto per la crescita della propria persona e dove il confronto fra professionalità diverse è fonte di ricchezza e finalizzato alla costruzione di una continuità concreta nel percorso dei bambini e dei ragazzi di incontro con l’arte.

Gli incontri di laboratorio e le molte attività formative nel solco del tema individuato si sono concentrati intorno alle relazioni della “bottega dell’artista”, il luogo dove l’artista e l’allievo lavorano fianco a fianco e le conoscenze sono trasferite, per contagio, attraverso lo stare e il fare.

Le proposte delle giornate formative regionali in particolare hanno sperimentato con gli insegnanti, gli educatori, i bibliotecari e gli operatori artistici, proprio quelle relazioni che si intrecciano e si costruiscono quando l’artista e l’apprendista stanno fianco a fianco, ciascuno impegnato nel proprio percorso di crescita, e ciascuno aperto al “contagio” dell’ altro. Durante i tre giorni si è prefigurato, attraverso anche e soprattutto il sapere manuale, a “tradurre in pratica” saperi, conoscenze, abilità e modalità legate all’arte e al teatro. Ovviamente capitale è stato trattare tema della trasmissione dei saperi fra generazioni con una proficua discussione che è avvenuta tra tutti i partecipanti alle tre giornate, al di là dei laboratori e degli incontri, sulla personale condizione di maestro e allievo.


Come detto il tema della manualità ha portato gli operatori a confrontarsi con artisti delle varie discipline. L’artista friulano Enzo Valentinuz per esempio, che da anni studia e lavora con la tecnica del graffito su intonaco, ha illustrato lo “sgraffio” una tecnica antichissima, antica quanto l’uomo, basata sul graffiare materiali diversi con strumenti, anche rudimentali, quali scalpelli, chiodi, punteruoli, stiletti. È la tecnica utilizzata nell’arte rupestre dell’uomo del paleolitico i cui graffiti, astratti e simbolici, svolgevano un ruolo di comunicazione concettuale prima dell’avvento della scrittura.

I partecipanti al laboratorio si sono dunque sporcati le mani, sperimentando direttamente questa forma d’arte. Le magnifiche editici di Bologna, nel laboratorio intitolato “L'impronta e la traccia” invece hanno trasmesso ai partecipanti l' arte di stampare i pensieri creando libri d’artista con l' Acquaforte, acquatinta, puntasecca,vernice e imparando a mettere in relazione diverse attività pratiche, da soli e insieme agli altri, e di quanto sia fondamentale l’esperienza estetica incontrata anche attraverso le mani

Ne “La tenda che è casa, la filosofia del tepee indiano” invece Giorgio Strazzari ha illustrato i meccanismi che hanno permesso nella realtà l'esistenza del popolo degli indiani di America con particolare attenzione alla loro caratteristica abitazione, il tipì, una casa che è un cerchio, senza angoli, senza nascondigli,na costruzione unica nel suo genere pregna di saperi, di tradizioni, di anima. Una casa che è necessario imparare a costruire con una perizia e un’attenzione che non può che passare dalle mani; dalle mani che sanno a quelle che devono imparare.


Il passaggio delle esperienze altro filo conduttore delle tre giornate era presente invece negli altri laboratori. Ne “Il teatro si coniuga al presente, la documentazione dell’arte, memoria attiva nel presente” l'antropologo visivo Valter Colle ha illustrato i vari modi di organizzare e “passare” una testimonianza attraverso l'oralità facendo vedere diverse testimonianze legate ai vari carnevali presenti nel Friuli, ma non solo. La musica invece è stata al centro di “L'arte che comuica” vero e proprio concerto a cura di Fabio Caon con la partecipazione di Andrea Pedrotti, Alessandro Ferretto, Lorenzo Terminelli Laboratorio Lab. Com. Comunicazione Interculturale e Didattica Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, Università di Ca’ Foscari (Venezia)che ha cercato di fondere l’apprendimento linguistico, culturale e letterario con quello della canzone.E' stata una lezione-concerto condotta sui temi dell'intercultura con l’esecuzione dal vivo di canzoni alcune delle quali cantate anche con i partecipanti.


Gli incontri più praticamente teatrali sono stati“Ascoltare le emozioni” , un progetto speciale di teatroescuola curato da Roberto Frabetti con la partecipazione delle educatrici di alcuni Nidi d’Infanzia della regione: una ricerca specifica ed approfondita sul vivere il teatro con la primissima infanzia, attraverso spettacoli e attività di laboratorio condotte con i bambini e, in alcuni casi, con le loro famiglie, “la parola essenziale” dove il narratore comasco di storie molto particolari, Claudio Milani che le narra ai bambini per aiutarli a crescere ha realizzato un apposito seminario per esplorare e conoscere le possibilità comunicative che nel racconto mettono in comunicazione il corpo e la voce



Arianna Sedioli ha portato alle giornate dell'ERT due sue esperienze, l'illustrazione del suo libro “Teo va a teatro” scritto in collaborazione con Stefano Tedioli edito dalle Edizioni Fulmino, un progetto editoriale nato in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia, dove il conigliettoTeo va a teatro con alcuni suoi amici in occasione di un concerto di musica classica. Un andare che è un percorso di tempi e di spazi, abitati di suoni, immagini, oggetti, relazioni che il libro ben illustra a dimensione di bambino.Poi Arianna ha condotto un vero e proprio laboratorio intitolato” La dimensione sonora del gioco” per parlare di gioco e di dimensione sonora del gioco utilizzando strumenti strani come lo Xiloba


La presenza nelle parole è stata invece l'esperienza condivisa da Massimo Somaglino,un incontro dedicato alla lettura ad alta voce intesa come “testimonianza”, presenza viva, onesta e necessaria nel passaggio, anche fra generazioni, di saperi, culture e lingue, arte.


Invece per ultimo ma non ultimo "Q.B. Quanto basta per andare stare e tornare a teatro, percorsi e attività di educazione alla visione e all’ascolto" a cura di 0432 Associazione Culturale e del teatroescuola dell’ERT FVG è stata una proposta per approfondire le varie metodologie che possono essere utilizzate nei confronti di bambini e ai ragazzi per proporre loro un andare a teatro, dove la cura e preparazione sono intessute in “contesto di ascolto” fatto di relazioni, di tempo ed attenzione affinché possa accogliere l'esperienza del teatro in tutta la sua complessità e spessore. Andare a teatro infatti per i bambini non deve essere solo assistere ad uno spettacolo ma è ricevere da qualcuno un invito; è l’attesa di un momento da vivere insieme; è l’emozione di un viaggio, di una strada fatta di asfalto e di curve; è l’arrivo in uno spazio nuovo, di solito piuttosto grande, dove fare merenda chiacchierando, appoggiare il cappotto e asciugarsi le mani sotto il getto dell’aria calda; è incontrare persone che ti dicono “buon giorno” e ti fanno accomodare su sedie che dondolano; è un salto nel buio annunciato e previsto; è una storia fatta di persona che impegna il corpo intero mentre lo invita a rilassarsi sulla poltrona; è correre stando fermi, per poi uscire con qualcosa che è accaduto fuori e dentro di noi, e che ritornerà, a tempo debito, a far sentire la sua presenza. Questo ultimo incontro delle tre giornate accompagna gli insegnanti e i bambini su questo momento fondamentale e spesso poco considerato con una sequenza di piccole attività pensate soprattutto negli spazi del Teatro Nuovo Giovanni da Udine.




30-31 ottobre 2014







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